Complesso delle Regge e delle Emergenze Culturali

Il Piano si propone di mettere in rete l’ampio patrimonio archeologico, storico-architettonico e paesaggistico del territorio, nel rispetto di una visione unitaria, per coniugare le esigenze sociali ed economiche delle comunità locali con gli obiettivi generali di sviluppo turistico.

Il complesso borbonico della Reggia di Portici e del suo parco, oltre a essere oggetto di valorizzazione in sintonia con la programmazione della Città Metropolitana di Napoli, diventa cerniera di nuove connessioni urbane e ambientali e mira, inoltre, a sviluppare il rapporto diretto tra l’area del Porto del Granatello e l’attrattore naturalistico del Vesuvio.

Al fine di ricucire il rapporto tra il tessuto urbano e l’area archeologica di Ercolano, migliorandone i parametri ambientali attraverso la riqualificazione del paesaggio, si prevede la creazione di un grande parco culturale, dotato di centro espositivo e di verde attrezzato per le attività di ricerca, fruizione e gestione che riguardano il Parco Archeologico.

Analoga attenzione viene posta dal Piano a una delle Ville Vesuviane del Miglio d’Oro, Villa Favorita in Ercolano, per restituire unitarietà a ogni elemento architettonico, dal parco al molo borbonico. A Torre del Greco due luoghi da riqualificare e valorizzae, il complesso di archeologia industriale dei Mulini Marzoli e l’area archeologica di Villa Sora.
Riveste particolare rilevanza il miglioramento del potenziale attrattivo dell’area archeologica di Oplontis e la rifunzionalizzazione ai fini culturali del compendio immobiliare dello Spolettificio dell’Esercito, con la Real Fabbrica d’Armi a Torre Annunziata.

Il Piano prevede di adeguare il sistema di accessibilità e fruibilità dell’area archeologica di Stabia, in condizione di isolamento rispetto al centro cittadino e agli altri luoghi attrattori dell’area, come la Reggia di Quisisana e il complesso delle Nuove Terme di Castellammare. Gli interventi previsti nel Parco borbonico della Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia tendono a ricostruirne l’unità figurativa e funzionale con la Reggia. L’edificio viene destinato a polo integrato della cultura.